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Insegnare ad alunni con tipologie diverse di difficoltà
è un aspetto del saper insegnare.
Ciò di cui noi abbiamo bisogno
sono delle buone prassi didattiche, di mezzi che,
come diceva Maria Montessori,
“possono rendersi adatti alle capacità di ciascuno”.
Quindi occorre conoscere molti strumenti didattici,
molti metodi, molti modi di lavorare e
di organizzare la classe …
E conoscere i processi attraverso cui
possiamo di volta in volta trasformarli,
modificarli, curvarli per “renderli adatti alle capacità di ciascuno”.
Graziella Roda, Ufficio Scolastico Regionale Emilia Romagna
Inclusione

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si riferisce alla globalità delle sfere educativa, sociale e politica;
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guarda a tutti gli alunni (indistintamente/differentemente) e a tutte le loro potenzialità;
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interviene prima sul contesto, poi sul soggetto;
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trasforma la risposta specialistica in ordinaria.
Una scuola inclusiva

Una scuola inclusiva è una scuola che si deve muovere sul binario del miglioramento organizzativo
perché nessun alunno sia sentito come non appartenente,
non pensato e quindi non accolto.
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P.Sandri, Scuola di qualità e inclusione.
Percorsi di inclusione

 Prevenzione: identificazione precoce di possibili difficoltà che se ignorate possono trasformarsi in veri e propri handicap
 Insegnamento/Apprendimento che procede tenendo conto della pluralità dei soggetti e non dell’unicità del docente
 Valorizzazione della vita sociale: attenzione al progetto di vita, al conseguimento da parte degli alunni delle competenze routinarie
 (potenziamento) Ruolo dell’imitazione nei processi di
apprendimento (apprendimento cooperativo, lavori a coppie o a piccoli gruppi)
 Sostegno ampio e diffuso: capacità da parte della scuola di rispondere alle diversità degli alunni, di cui il sostegno individuale è solo una parte.